di Giuseppe Guglielmino
Catania, 12 Settembre 2012
Vi parlo di Vincenzo Pennisi, amico, appassionato di mare, appassionato di vela, di vino e di vita.
Aveva 50 anni, non tanti in un epoca in cui l’uomo vive a lungo, molto più a lungo, di tanti altri periodi della storia.
Vincenzo era un bel tipo. Poco incline al compromesso, caparbio fino all’antipatia, testardo come un mulo, amico sincero e generosissimo.
Roba seria.
Roba d’altri tempi.
Ecco, Vincenzo Pennisi era a tratti un uomo d’altri tempi. Calato nella nostra epoca ma pieno di quei valori che consideriamo spesso, e con molto rimpianto, ormai perduti.
Aveva ereditato la vigna dal padre Michele, medico condotto di Randazzo, un vero e proprio faro per la sua comunità, che traeva piacere dal produrre un vino schietto e sincero che si guardava bene dal commercializzare.
La tenuta Moganazzi era il passatempo del dottore, dove produceva, seguendone tutte le fasi, un nettare da bere in compagnia ed omaggiare agli amici.
Quando arrivò Vincenzo, che di vino era solo un consumatore, con la caparbietà e la testardaggine che lo contraddistinguevano, prese in mano tutto e cominciò a studiare per capire i meccanismi che regolano la coltivazione, la produzione e i misteri che fanno di un vino un buon vino e, a volte, rendono un vino eccellente.
Ovviamente, alla prima produzione, nel 2006, si pose subito il problema di dare un nome al vino e quale poteva essere se non “DONMICHELE” in omaggio al padre scomparso da poco. Si consacrava così la passione che in modo indissolubile avrebbe unito ulteriormente un padre ad un figlio.
Roba seria.
Roba d’altri tempi.
Fra alti e bassi, successi e delusioni, la vigna, come la vita, procedeva e l’effetto degli studi e della straordinaria dedizione si vedevano chiaramente concretizzandosi in una produzione sempre migliore.
L’altra passione di Vincenzo era sempre lì, sorniona, pronta a sferrare il balzo felino ed a riprendersi l’importanza reclamata: FLASH, la sua barca adorata era sempre ad aspettarlo al N.I.C. di Catania, pronta a mollare gli ormeggi per vacanze o regate… ovviamente con una consistente scorta di “DONMICHELE” in cambusa.
Il “DONMICHELE” nel frattempo era diventato, con mio grande disappunto, “Bianco” (non lo bevo volentieri….ma io non sono un intenditore, si sa! ) e poi “Rosato”.
La persona che univa i vari pezzi di queste passioni ed aveva il privilegio di condividere con il nostro amico tutti i momenti, la compagna di tante avventure e giornate comuni, e’ la sua amatissima Marika, professionista serissima e complice naturale, avvocato ambizioso e velista provetta.
Non è un brutto scenario, un bel tipo, le sue passioni, la vita che procede, una compagna amata e qualche buon amico…
Ma non tutto quello che ci piace dura per quanto vorremmo.
E’ durissimo accettare che non avremo più la possibilità di trascorrere su FLASH una magnifica giornata di mare ed ascoltare le tue comprensive e pazienti parole :
“Non capisci un cazzo,
muoviti,
andiamo al vento velocemente,
salpa sta cazzo di ancora,
molla la drizza,
non capisci un cazzo,
visto che non fai niente prendimi una sigaretta,
ciotolino vaffanculo,
non capisci un cazzo,
Negro, tu vieni in barca solo perchè Antonella fa la parmigiana buonissima..”
Mi hai fregato, sei partito senza avvertire.
Sei stato fino alla fine esattamente com’eri.
Buon Vento, fratello.
Una fotografia meravigliosa grazie,
Ciotolino
Amicizia e sentimento vero che scaldano il cuore o quello che dello stesso ci è rimasto.
Roba seria.
Roba di altri tempi.
…. mi è giunta la sua storia e non posso non rimpiangerlo anche non avendolo mai conosciuto …..