A chi come me si occupa di gastronomia, e bazzica nei social network, non sara’ passato certo inosservato tale: “Uncuocotuttopepe” che gia’ da qualche tempo si aggira indisturbato per la rete taggando e piazzando sui profili altrui piatti e foto delle sue preparazioni (pratica per altro da me odiata e condannata)…nonostante la mia avversione per questo genere di incursioni “sociali” questo giovane tutto pepe, mi ha incuriosito e per questo motivo ho iniziato a studiarlo, prendendo informazioni a destra e a manca, e ascoltando i vari commenti di chi lo aveva incrociato per assaggiare la sua cucina.
Ciro Pepe, classe 82 chef del ristorante la Veranda, autodidatta come si definisce lui, e’ un giovane che da qualche tempo fa parlare di se, non solo per la sua particolare attitudine verso la cucina creativa di territorio, ma anche per un modo simpatico e goliardico anche se un po’ invadente di comunicare e di presentarsi in rete, stingendo amicizie e collaborazioni varie.
Proprio questa sua “intraprendenza” “social” mi ha spinto ad invitare il giovane a partecipare alla festa dei 10 anni del sale, in cui tra i tanti presenti fra chef stellati e super segnalati, devo dire che non ha affatto sfigurato, anzi forse e’ stato uno di quelli che si e’ piu’ compenetrato nello spirito della festa.
Premesso questo, dopo qualche settimana, trovandomi nel palermitano, decido di andare a trovarlo a Misilmeri direttamente nel suo locale.
Appena arrivati, troviamo ad accoglierci Jessica, la moglie di Ciro, che ci accompagna al nostro tavolo e ci inizia a coccolare con una serie di sorprese: la prima, graditissima, delle simpatiche lavagnette per tutti i nostri bimbi (Bonus come si direbbe in una guida)
altra sorpresa, un bellissimo menu’ studiato apposta per noi e dedicato a CaponataWeb (anche questo apprezzatissimo);
Arriva Ciro che ci inizia a parlare del menu’ che ha pensato per noi, il tempo di un aperitivo ed ecco la prima portata:
U Pani cu’ scuimmu, ovvero un cannolo di pane bianco ripieno di mousse di sgommbro con pomodoro e cipolla rossa di Tropea ed olio al basilico, simpatico assaggio fresco, un ottimo inizio.
siamo al secondo di una lunga serie di antipasti:
“u panillaru” ovvero un millefoglie di panelle con tonno affumicato e marmellata di mandarino tardivo di ciaculli.
Mc’Sicily” ovvero un Hamburger di pesce azzurro con composta di cipolle, pomodoro secco, scarola e salsa bbq, bella la presentazione, il panino e’ veramente grande, da solo potrebbe essere un ottimo business lunch, ma noi non ci lasciamo intimidire e proseguiamo il nostro percorso:
Ostrica fino alla fine del mondo (dedicata a Roy Paci), un ostrica con salsa allo yoghurt speziato, ricci di mare e polvere di caffe’, anche questo un piatto intrigante e complesso (forse tun po’ troppo spinto e con massiccia dose di caffeina che lascia poco spazio all’ostrica).
A seguire “I muccuna cotti come se fossero babbaluci” o come si dice in italiano, le lumache di mare, cotte con un ottimo sughetto nel quale ci siamo concessi una goduriosissima scarpetta.
ed eccocci ai primi:
“I Tagghiarini no scanaturi, la tradizione continua” ovvero i tagliolini freschi, come fatti in casa, come quando in campagna si preparava la pasta fresca tutti assieme nel grande tavolo di legno; e proprio li che poi goliardicamente si mangiava la pasta, sensa usar le posate e talvolta anche sensa le mani…e cosi’ che anch’io mi son ritrovato simpaticamente in mezzo a questo amarcord gastronomico…a usare le labbra come un “aspira-pasta” e prendere direttamente dal tagliere, allegoria del vecchio “scanaturi”, i tagliolini con la salsa.
Usciti indenni dall’aspirata di pasta con la salsa, io e la mia camicia bianca, ci accingiamo ad assaggiare un altro piatto:
“il dialogo tra terra e mare” ovvero un raviolo al cacao, ripieno di gambero rosso e ricotta al limone, con burro di bufala, salvia e ricci di mare.
a seguire…”la piovra” , linguine di gragnano con ragu’ di polpo al nero d’avola e cucuzza fritta con finto formaggio di pinoli.
Per secondo “lo spada nella roccia con la cap90036onata crik crok ovvero una semisfera di pesce spada alla beccafico in crosta di mandorle su caponata croccante al cacao amaro.
Per finire un pane burro e marmellata da far girar la testa…una pizza con emulsione di burro e panna e l’ottima marmellata di pesche di leonforte di Angelo Manna, una vecchia conoscenza del nostro blog (Agrirape).
che dire…la cena e’ stata piacevolissima, l’occasione delle migliori per conoscere meglio una bella realtà’ di provincia, fatta di grandi persone, di tanti sacrifici ed enormi passioni; lo chef, Ciruzzo, tanto estroverso in rete quanto timido di presenza, lascia trasparire interessanti qualità’ soprattutto quando si cimenta con preparazioni semplici e di tradizione (i tagghiarini col sugo….da uscire fuori di testa!);
Prima di congedarci, come di rito attacchiamo l’adesivo porta fortuna della caponata ed anche qui’ lo sguardo emozionato dei due giovani lascia trasparire quanta passionalità’ mettono nel loro lavoro.
Forse nella mia vita non avrei mai avuto motivo di andare a Misilmeri se non fosse stato per Ciro Pepe…ma di sicuro adesso…sempre grazie a lui….ho un buon motivo per tornarci…
In bocca al lupo ragazzi, grazie per avermi fatto emozionare.
Bravo Ciro……..sei in gamba e ci metti tanta passione !!!! :-)))
Caro Ciro e consorte spero di venire a trovarvi presto.Ciao da Damiano Iovino.