Catturati, anzi, piacevolmente intrappolati dal buono e dalla semplice bellezza del posto. Semplice, si… è proprio questo il migliore aggettivo che posso usare … finalmente!
Immaginate un luogo (perchè solo quando lo spazio si fa luogo riesce a lasciarci i ricordi più belli) dove vorreste essere in compagnia di buoni amici, nell’attesa assolata di un ottimo pranzo… qui ci siamo proprio.
Brucoli, Augusta, Siracusa, … trattoria I Rizzari.
Siamo sulla via principale della cittadina, famosa per il suo storico Villaggio vacanze dove il giovane Fiorello sbocciava, case disordinate che in questa domenica di anticipo primaverile si sdraiano al sole tra le due baie così diverse e suggestive.
Attraversi le salette interne e poi… sei proprio dove vorresti essere! Tra mare e l’Etna innevato all’orizzonte… una cartolina.

I “sapuri rittruvati” di Emanuele Fede chef quarantunenne e di Viviana Valente… e qui ti rendi conto che è proprio vero… nomen omen.
Emanuele, dalla sua piccola cucina incorniciata dal mare, fa veri miracoli gastronomici, sotto lo sguardo vigile e protettore di Padre Pio, Madre Tersa di Calcutta e Jim Morrison. Se non è Fede questa… creativa e rispettosa come si rivelerà la sua cucina!


Viviana è davvero.. Valente, nell’accogliere il pubblico, nel saper consigliarlo e nell’organizzare il servizio che si presenta professionale, ordinato e gradevole.

Catturati dal posto dicevamo e come non potrebbe esserlo se la rizza è la rete usata dai pescatori, i rizzari appunto, nelle loro battute di pesca e poi proprio in queste casette disordinate sul mare, si praticava, come ci racconta Emanuele, la salatura delle alici.

Il menù è concreto e senza fronzoli, anche sulla carta si presenta senza omologarsi con le classiche voci: primi, secondi, antipasti, ma come un percorso che noi seguiremo facendoci guidare da Viviana.
Per cominciare. Le bruschette ai ricci, davvero speciali, tartare di tonno, polpo bollito con formaggio ubriaco, cannolicchi e lumache con cipolletta e pomodoro, gamberetti rossi, pesce spada e neonato di triglia marinati.
Ottimo inizio non c’è che dire, plauso speciale al polipo e alle lumache! Scegliamo il vino, un Greco di Tufo DOCG Cutizzi di Feudi di San Gregorio, unica scelta non proprio a chilometri zero, che con la sua mineralità ed i suoi vivaci riflessi dorati, si lascia abbinare con grande disinvoltura alla situazione ed al nostro cibo.

Per continuare. Linguine ai ricci, subito catalogate tra le migliori mai assaggiate di sempre, e che sono riuscite a convertire anche Laura ed Ignazio, la loro considerazione sintetizza bene il valore del piatto…” qui c’è tutto il mare!!”
Poi casarecce al ragù di triglie, ed anche qui il risultato è valido, gustoso e lascia intravvedere la tecnica di Emanuele, che presenta un ragù ben bilanciato e che non mortifica il gusto del pesce… ben fatto sicuro cavallo, anzi piatto di battaglia, insieme al nero di seppie ed una minestra con piccola varietà di pasta fresca.
Una menzione speciale va all’abbigliaggio dei tavoli, io lo definisco, disinvolto, piatti di ceramica colorati e che fanno bella mostra di sè rallegrando di colori la tavola e mostrando con fierezza anche le loro sbeccature.
Per proseguire. Una meravigliosa cipolla faceva capolino tra il pesce a disposizione insieme ad un pesce dotto che mostrava la sua carne bianca e di gran pregio… io ricordo che il pesce dotto si cercava in pescheria proprio per farlo mangiare ai bambini. Ed infatti per i più piccoli tranci di dotto al pomodoro e per i “grandi” … cipolla e dotto arrosto.

A proposito, qui tutto è arrostito unicamente alla brace, utilizzando un forno a pietra incastonato nella piccola cucina di Emanuele.
Con Emanuele e Viviana trascorriamo, finita la loro cavalcata del pranzo domenicale, il tempo del caffè e del dolce… ottimo tiramisù e una sfiziosa versione in coppetta del tortino caldo al cioccolato. Tra una grappa e l’altra assaporiamo la passione di Emanuele il suo carattere “gustosamente folle” al quale non poteva , come in una pietanza ben bilanciata, accostarsi la serena creatività di Viviana.
Salutiamo, con l’unico cruccio di averli conosciuti un po’ in ritardo, visto che è già da qualche anno che deliziano i palati di affezionati clienti e d’estate fanno anche da catering alle varie barche che ormeggiano nella baia, ma con la gioia di averli “scoperti” e l’impegno di farci “ripescare” presto. I Rizzari vantano le visite di diverse guide enogastronomiche , da oggi anch’io voglio dare un voto alle mie incursioni, attribuendo non forchette, stelle, cappelli, ma “Soli”… e qui di Soli ne do’ ben tre!
Il cibo come dibattuto in altri post di questo blog ha bisogno di spazi e di luoghi del gusto che riescano a coltivarlo e motivarlo, questo lo è nella sua ritrovata e motivata buona e bella semplicità.
Non posso, infine, che ringraziare Barbara Fait e William Ashe, amici di gusto e rispettivamente padrona di casa e “maestro cerimoniere” del mio “giappo” del cuore Oxidiana a Catania che hanno caldeggiato e “raccomandato” la mia visita ai Rizzari. Parafrasando lo slogan di Oxidiana, “non solo sushi”…anche dritte e… che dritte!
E poi Laura, Ignazio, Sandro, Mara e Ombretta che si sono “immolati” a condividere questa esperienza… nella rete anche loro!
Degustibus.
I Rizzari “i sapuri rittruvati” – Trattoria
Via Libertà 63 Brucoli, (Sr)
tel. 0931982709
3282754819
Chiuso il mercoledì.
Bellissime foto… un piccolo nascondiglio dove rifugiarmi ogni volta che vado giu, si mangia divinamente bene, i ragazzi sono belli e fantastici… Vi tengo sempre ne cuore ragazzi…
mi .piace
Ma che meraviglia questo posticino!!! Viene voglia di andarci immediatamente o di trasferircisi a vita!!
I nostri amici carissimi di Roma Massimo e Simona, sono rimasti super soddisfatti, della vostra cucina, della vostra ospitalità e di tutto il contesto, e tutte le volte che vengono non fanno altro che esaltare le Vostre “perfomance culinarie” !!! Speriamo di venire da voi con o senza loro al più presto :-))
Stella e Salvatore
Grazie a Gianfra per i ” sapuri ri…cuddati “, grazie ad Andrea Graziano per la ” dritta “, e grazie ad Emanuele e Viviana per l’ospitalità.