Cari amici, cerco di evitare il conflitto di interesse casalingo con il blog, ma l’occasione fa l’uomo cuoco! Cuoco improvvisato ed alla prima mission dedicata agli amici e ad un caposaldo della nostra gastronomia: l’arancino! La prima volta che ho deciso di cimentarmi nella preparazione di uno dei più buoni e conosciuti “protagonisti” della Tavola calda della nostra Sicilia. E gli amici sono stati per l’ennesima volta complici e cavie.L’arancino racchiude in sé tanta storia, dagli arabi che usavano mangiare il riso condito con lo zafferano, verdure e carne, fino alla dominazione Normanna di Federico II, quando per conservare il riso ed il suo contenuto durante i viaggi e le battute di caccia, si usava preservarli con una croccante e sigillante panatura. Oggi cibo di strada per eccellenza, è soggetto a tantissime versioni, pistacchio, ricotta,salmone, norma, con melanzane e basilico, nero di seppia e chi più ne ha, più ne metta! .
Ecco gli ingredienti utilizzati per la realizzazione di circa quaranta arancini, nelle loro più classiche versioni burro e ragù. Ve li elenco… anche qui mi sento tanto cuoco!
Cominciamo dal riso che dovrà essere preparato qualche ora prima della “confezione “degli arancini.
Riso Arborio 1 chilo e mezzo (un consiglio?… usate il Riso Scotti per Arancini …hops… un po’ di pubblicità!)
4 bustine di zafferano
3 uova e tre belle manciate di parmigiano
Cotto il riso in abbondante acqua salata, per circa 12 minuti, scolatelo per bene e fatelo raffreddare in una grande pirofila dopo averlo condito con dei fiocchetti di burro. Nel contempo avrete stemperato con un po’ di acqua di cottura lo zafferano, aggiungete le uova sbattute ed il parmigiano. Una volta che il riso si è raffreddato mantecate con questo composto e lasciate riposare per qualche ora.
Gli ingredienti per gli arancini al ragù.
300 grammi di Caciocavallo fresco a dadini, o Svizzero (si dice che nell’arancino più famoso a Catania, quello della Pasticceria Savia, il formaggio usato sia proprio quello con i buchi!)
carne al sugo sfilacciata ( ottimo un avanzo di un buon muscolo bovino al sugo preparato magari il giorno prima)
Io non aggiungo altro.
Per gli arancini al burro.
Besciamella, preparata piuttosto densa.
Fiocchetti di burro
200 grammi di prosciutto cotto a dadini.
Per la preparazione alla frittura.
6 uova sbattute.
Una buona mollica di pane, magari quella del fornaio, non troppo finemente macinata.
Olio di semi di girasole. Ne bastano circa 2 litri, tanto da realizzare una buona, croccante e poco unta frittura ad immersione (non sarà dietetica, ma credetemi è assolutamente digeribile).
Certo la preparazione, crea un po’ di apprensione.Ormai il dado e tratto… arrivano gli amici e sono tutti li’ a “giudicare” le capacità di saper plasmare il fatidico arancino. Forma, consistenza, capacità di contenere gli ingredienti e poi il classico interrogativo… cederanno fino ad aprirsi..??! C’è chi come Gino arriva anche con la stampa di una ricetta presa da Google… mancanza di fiducia??! C’è chi quasi con tifo da stadio, Uccio, Santo, Daniela, Mariella, mi sostiene durante le delicate operazioni di forgia dell’arancino. Si prende una manciata di riso, sembra subito rispondere bene, si pratica un piccolo incavo, si adagiano gli ingredienti e poi con un altro po’ di riso, si ricopre per bene plasmando e compattando , ma non troppo . Poi una passata nell’uovo e nel pangrattato… fatto!
Basta solo che riposi un po’. Qui scatta l’applauso, debbo dire inatteso, trattandosi di un’ “opera prima”… ma mi aspetta un’ulteriore prova del fuoco… resisteranno alla frittura? La frittura… circa 5 minuti a fuoco medio e qualche delicata rimescolatina… risulta perfetta e una volta tirati sù, i preziosi e dorati arancini si lasciano leggermente intiepidire sulla carta assorbente.

Mangiarli troppo caldi, non fa apprezzare il gusto e soprattutto, si rischia che si sbriciolino.
Il resto è storia di una bella serata con gli amici di sempre. Solo un’ultima considerazione, dedicata a Nuccio (intristito dalla sconfitta dell’Inter, ma spero consolato dai ben riusciti arancini)… “la che differenza passa tra il solito arancino… e un arancino fatto in casa?… Tanta… magari non sarà il più buono… ma condiviso con gli amici ha sicuramente tutto un altro gusto”.
E qui, anche, il Commissario Montalbano docet.
Preparate, gente, preparate!
Degustibus
P. S. un off topic dedicato a Cettina ed alla più buona torta al cioccolato che abbia mai assaggiato. Cercherò di estorcere la ricetta di famiglia per proporvela… saremo tutti più felici!
Prova del telefono superata brillantemente!
Grazie Roby… spieghiamo che la prova telefono nasce dal cugino romanesco dell’arancino, il supplì! Detto appunto “al telefono”.. perché il formaggio filante dà l’effetto ottico del filo di una cornetta telefonica.
Sei sempre il miglior dispensatore di vino e birra che conosca!!!
e….. a me niente…..!!!!