Il Cappero e’ una coltivazione tipica delle isole Siciliane, con ogni probabilita’ di origine Tropicale.
Dall’inizio degli anni 80 si e’ assistito ad un crollo della produzione: la raccolta e’ molto faticosa, avviene nel periodo piu’ caldo dell’anno (da fine maggio a fine luglio ogni 8/10 giorni) e la concorrenza con i prodotti provenienti dall’estero e’ forte.
Con il nome di Cappero si intende non il frutto (un piccolo cetriolo chiamato cucuncio) ma il bocciolo che precede il frutto.
I cespugli hanno inconfondibili foglie rotonde e appartengono alla cultivar “tondina” (o nocellara): grazie alla nascita del presidio Slow Food, i capperi sono diventati a Salina, di nuovo una risorsa economica.
I raccoglitori cominciano verso le 5 del mattino, per evitare il solleone, e poi distendono i capperi ad asciugare su teli di juta, al fresco per impedire loro di sbocciare.
Dopo qualche ora si procede alla salatura.
Dopo circa un mese , sono pronti per il consumo.
I Capperi di Salina si caratterizzano per compattezza, profumo e uniformita’.
Un bocciolo compatto, infatti, e’ una garanzia di durata nel tempo (sotto sale si conservano anche due tre anni).
Da Notare anche la quasi totale assenza di trattamenti con antiparassitari o concimi chimici di sintesi.