Ricordi dell’ultima luna piena d’estate. Resti di falò e di qualche nota superstite sulle spiagge che qui, in Sicilia, malgrado l’autunno sia appena arrivato, fanno ancora fatica a dire addio all’estate. Una luna da festeggiare, da respirare, da assaggiare. Proprio così… Chissà quanti di voi associano ad un evento naturale come la pioggia, il sole, la neve, un gusto, un sapore che risveglia piacevoli ricordi. Per me la luna, e soprattutto la luna piena, ha il profumo dei ricci di mare!
Ma come? Per i più romantici sarà “blasfemo”, ma per gli inguaribili amanti… della buona tavola, questi spinosi ed ostici “frutti” dei nostri mari sono assolutamente una prelibatezza. La luna piena, il gioco delle maree (anch’esse condizionate dalle fasi lunari), contribuiscono a rendere ancora più buone e soprattutto moltiplicano le uova all’interno dei ricci.
Io consiglio una ventina di ricci per ogni porzione di spaghetti o linguine da 80 grammi. I più esperti compreranno i ricci e li apriranno a casa magari con l’apposito attrezzo preziosissimo e praticissimo.
Sconsigliabile, e consentito solo a chi non ha proprio un po’ più di tempo da perdere, l’uso dei bicchierini con le uova già estratte. I ricci costano mediamente sui 20/30 centesimi l’uno compreso di apertura, i miei fornitori di fiducia sono i Fratelli Toscano ad Ognina, bellissimo e tipico borgo marinaro che fa da suggestiva cornice al lungomare di Catania.
Giunti ai fornelli, basta preparare una base per una classica “aglio, oglio e peperoncino” e mettere su a bollire una bella pentola d’acqua pronta ad accogliere le nostre linguine o spaghetti. Fatto insaporire l’olio, due /tre cucchiai di buon extra vergine d’oliva a persona, con lo spicchio d’aglio, il prezzemolo, il peperoncino spegnere ed aspettare che la pasta cuocia. Scolare al dente e versare in padella con un po’ di liquido di cottura, accendere nuovamente il fuoco e cominciare a mantecare, l’amido dell’acqua di cottura ci aiuterà a renderla più “cremosa” (piccolo espediente suggerito anche dall’amico e “buonissimo” chef Mimmo Alba). Versata la pasta nei piatti completare con la polpa dei ricci, sarà lo stesso commensale ad avere il piacere di amalgamare il tutto.
Cosa dire davanti ad un piatto così semplice ed assolutamente unico, illuminato da una luna piena straordinaria, da buoni amici ed innaffiato magari da uno Chardonnay in purezza come un sicilianissimo Jalè delle cantine Cusumano a giusta temperatura, così ricco di sentori di frutta estiva e di salinità da rendersi eccellente complice di questa cena che sa ancora d’estate.
Ma attenzione, il bello ed il buono della storia è che, tranne in certi periodi di fermo biologico di solito dal 1 maggio al trenta giugno in cui è assolutamente vietata la pesca e vendita dei ricci, in ogni periodo dell’anno ed in base alla disponibilità, un bel piatto di spaghetti con i ricci resta sempre una delle più gustose ed affettuose esperienze da vivere tutto l’anno.
Parafrasando il mitico Fred Buscaglione… Guarda che luna, guarda che mare…. guarda che buono!!
Caro Gianfra sei sempre più sorprendente!!!
E visto che mi è andata bene con il capone…….perchè non riprovarci con la pasta ai ricci?
Caro Igna, lo sai quando vuoi! Poi adesso c’è anche la luna piena… meglio di così!
questa della luna piena non la conoscevo