Bianchetto, neonato… o “mucco”?
Ore 8 e trenta. Solita incursione alla Fiera “o luni” di Catania, storicamente mercato del lunedì nel centro storico tra la suggestiva via Etnea ed il Corso Sicilia, una delle tappe obbligate per i catanesi ed i turisti.
Un grande “centro commerciale all’aperto”,che ormai ogni giorno della settimana, esclusa la domenica, invade di colori, sapori, profumi e vocio le vie che si aprono nella magnifica Piazza del Carmine.
Bancarelle estemporanee, protette da colorati ombrelloni, offrono di tutto, i venditori attirano i compratori con la classica “vanniata” (le offerte del giorno “gridate”).
Oggi tra le bancarelle di frutta, verdura, formaggi (il mercato propone nella sua variegata offerta merceologica anche il “no food”, abbigliamento,casalinghi e chi più ne ha ne metta!)
vado a fare visita a Nitto, il suo banco del pesce è uno dei più belli ed assortiti.
Tantissimo ghiaccio fa da letto al pescato, sempre freschissimo e ben assortito, in modo da conservarlo durante l’esposizione nel migliore dei modi.
Dietro il banco si preparano gli attrezzi per il taglio ed i ragazzi lavorano pulendo il pesce per i clienti.
Un vero spettacolo per gli occhi ed in prospettiva, per il palato!
Oggi scelgo il neonato.
Il novellame di sarda, chiaramente locale (da diffidare dalle solite e pericolose “imitazioni” cinesi, sigh!), lo si trova solo in certi periodi dell’anno in cui è consentita la pesca.
Ottima variante è anche il rossetto, novellame di triglia, più grande e più pregiato.
Un segreto per l’acquisto è, oltre alla freschezza e alla sicura provenienza, il suo essere “pulito” dai residui della pesca e dalle squame di pesce (visto l’utilizzo di reti molto fitte per la sua pesca ) che possono inficiare la sua bontà.
Da Nitto, non c’è problema.
Ne prendo la mia solita “dose”, 5 Euro ( Nitto ormai dopo 15 anni di amicizia, abbonda!) per me ed Ombretta è più che sufficiente.
Ottimo da “crudo” con solo un pizzico di pepe ed un filo d’olio sopra, il neonato sa anche esaltare un piatto di spaghetti aglio e olio se aggiunto durante la mantecatura della pasta in padella.
Mi raccomando a fuoco spento, utilizzando il calore della padella, solo così potrete apprezzarne tutta la sua bontà.
Ma la “morte sua” , non c’è ricettario che tenga, è la polpetta.
Alle 13 e 30 comincia la preparazione.
Cucina di casa, un paio di cucchiai di farina, un uovo, due cucchiai di pecorino siciliano (facoltativo, ma per me assolutamente obbligatorio), prezzemolo.
Dopo aver sciacquato il neonato in un colino a trama fine, si amalgamano delicatamente gli ingredienti e poi si formano delle polpettine utilizzando un cucchiaio.
Si versano in padella nell’olio extra vergine d’oliva ben caldo e si completa la cottura a doratura avvenuta. Si mangiano calde calde, solo così si potrà scoprire quanto sia poco importante come chiamare questo pesce di fronte alla evidenza di un piatto così semplice ma nello stesso tempo così “esageratamente” buono che lascia senza parole.
Nannata, Novellame, Mucco, Bianchetto, chiamatelo come volete … ma mangiatelo… purchè siano polpette!
Bravo Gianfranco!!!
In un contesto dove sono in tanti a fare “POLPETTE”…anche in questo caso ti differenzi dagli altri….e nonostante quello della fiera sia un contesto a me tanto familiare…mi hai fatto vivere una bella giornata, tra passeggiata…spesa e cucinata, che e’ davvero un esplosione di colori,odori e “gusti”…culminata nelle tue fantastiche “Polpette….trafitte da un raggio di sole……ed e’ subito sera”……CHE POESIA!!!!!
Concordo pienamente con Andrea, anche perche’ la nostra fiera e’ la nostra pescheria barocca rappresentano una nostra storica risorsa Catananese importante!
buone peccato che qui è diffile trovare ‘u muccu buona serata
grazie per averci fatto fare un bel tour fotografico a ‘o carmini,per me è stato un piacere vedere queste foto mi hanno riportata nella mia catania
metti pure in tuo menu poi se giri sul mio blog troppe cose siciliane che non si cucinano più ciao
beh…visto da qui fa tutto un altro effetto!
…però…. 😉