Visitato a pranzo Martedi’ 10/06/2008
Ore 13 in punto; ci troviamo sul lungomare di Milazzo…il clima e’ prettamente estivo, la giornata e’ assolata ed il mare, che ci troviamo davanti, invoglia a pensare ad un bagno rinfrescante.
Il panorama e’ davvero bello, il rumore del mare, i gabbiani in cielo ed un rasserenante silenzio, ci accompagnano nel nostro relax.
Spegnamo la sigaretta e diamo un’altra occhiata all’orologio….13 e 5 minuti….per la prima volta non siamo in ritardo rispetto all’orario della prenotazione…anzi…15 minuti di anticipo…
Sgomenti per l’anormale avvenimento decidiamo ugualmente di avviarci verso il ristorante;
imbocchiamo la piccola e luminosa stradina e ci troviamo di fronte al locale.
Ad accoglierci una bella signora, cordiale e sorridente che ci accompagna al tavolo.
Il locale e’ arredato in stile classico, con mobili d’epoca su cui fanno bella mostra diversi gruppi di bottiglie di grappa, rum e liquori vari; le pareti color senape e la luce che entra dall’attiguo terrazzino contribuiscono a illuminare la sala, creando una piacevole atmosfera.
L’apparecchiatura e’ garbata e non troppo formale, ci viene subito servito un cesto di pane e dei grissini, e ci viene portato il menu’.
Dando uno sguardo alla carta ci si accorge subito della forte vocazione siculo-gastronomica dello chef, con tanti piatti semplici ed interessanti che parlano tanto di mare.
Decidiamo di affidarci allo chef, prendendo un menu’ degustazione.
Per quanto riguarda il vino scegliamo, tanto per cambiare, un Sauvignon Blanc: Valbuins di Livon.
Ci viene portato al tavolo un simpatico cesto con quattro diverse varieta’ di olio
ed un altro cesto di pane, decisamente piu’ interessante del primo; al suo interno, dei caldi e fragranti paninetti alle erbe, nei quali spicca un piacevolissimo sentore di salvia.
Eccoci alla prima portata…lo stesso paesaggio marino che avevamo lasciato qualche istante prima sul lungomare ci si ripropone adesso su di un piatto, con tanto di “gabbiani” e rumore di “onde”;
su di un piatto in vetro, una bella composizione con cinque diverse preparazioni di crudi.
Che bell’inizio!
L’ottimo impatto estetico viene da subito implementato da un piacevolissimo odore di pesce fresco ed erbe aromatiche…la bellissima trasparenza dello scampo lascia presagire un gusto intenso ed una carne soda e compatta, a vederlo sembra quasi vivo…ma….non sembra…e’ vivo!!!
Fantastico…difficilmente capita al ristorante di imbattersi in una cosa del genere…infatti notiamo che, benche aperto in due diverse meta’, lo scampo si muove ancora….
Senza dubbio alcuno riguardo alla freschezza, ci avventiamo con ingordigia sull’invitante crostaceo.
Che meraviglia….gustando passo passo ogni piccolo boccone, “passeggiamo” lungo il piatto, assaggiando le altre preparazioni: una bellissima ostrica, anche questa ottima nel guto e nella consistenza;
proseguiamo con un interessante tartar di salmone accompagnata da piacevolissimi cubetti di cetriolo ed un gambero rosso.
Un battuto di tonno, con capperi e pomodorini di Pachino;
e per concludere una patata leggermente cotta, su cui sono appoggiate delle ottime alici condite con un piacevolissimo peperoncino fresco, gustoso e molto piccante.
Che bel percorso marino….ottimo piatto, commistione di semplicita’ e freschezza, esaltazione massima del prodotto.
Come si dice l’appetito vien mangiando, e cosi siamo subito alla seconda portata.
La zuppa di cozze, piatto tipico di queste zone, ma in questo caso in una versione riveduta e corretta.
Le cozze, sgusciate e cotte in una interessante zuppa ravvivata dai pomodorini e dal prezzemolo ed esaltata anche in questo caso dall’ottimo e forte peperoncino fresco.
Pausa sigaretta di rigore, ci accomodiamo in terrazza e ci prendiamo un break sorseggiando l’ottimo sauvignon.
Rientrati, troviamo subito una bella sorpresa; linguine all’aragosta, con pomodorini, finocchietto selvatico e mollica abbrustolita.
Perfetta la cottura della pasta, che si sposa ottimamente con la dolcezza dell’aragosta e della carota presente nel leggero soffritto, ottimo abbinamento con il carattere forte del finocchietto e della mollica “atturrata”.
Anche in questo caso ci prendiamo una pausa, ma molto piu’ costruttiva di quella per la sigaretta, infatti la gentilissima signora Giancarla, che fino ad ora ha curato il servizio al nostro tavolo, ci porta a fare un “tour” nella cantina.
Anche qui’ la sorpresa e’ tanta nel vedere una cantina cosi’ ben curata ed organizzata, ai limiti del maniacale, con bottiglie addirittura avvolte nella pellicola per evitare l’abrasione delle etichette.
Scorriamo le etichette ed i cartellini che indicizzano le varie bottiglie, trovando tutti i piu’ grandi produttori Italiani e qualche chicca straniera ( Francia, Slovenia, Cile ecc.).
Appena fuori dalla cantina, passiamo in cucina, dove conosciamo lo chef Franco Cafeo, ci scusiamo per l’invasione e ci complimentiamo per i piatti fino ad ora assaggiati;
il tempo di quattro chiacchiere ed una foto all’equipe di cucina, ed eccoci di nuovo al nostro posto.
I secondi in questo caso, saranno due diversi…Tonno con aceto balsamico, pomodorini e salsa di soya….ben fatto ma abbastanza scontato,
e Mupo con pomodorini, capperi e patate.
Anche in questo caso, piatto semplice ma perfettamente realizzato, con un esplosione di gusto nelle patate, saporite e cotte alla perfezione.
Piccola pasticceria gradevole ( tutt’altro che artigianale).
Siamo al Dolce…un Sicilianissimo millefoglie alla ricotta, con pistacchi ed agrumi canditi, in abbinamento con una azzeccatissima salsa di mele…classico ma davvero squisito.
Chiediamo il conto…65€ vini esclusi… non male anzi ottimo rapporto qualita’ prezzo.
Prima di congedarci, la simpatica Giancarla, ci porta in esplorazione…a vedere la terrazza che a breve, durante il periodo estivo, ospitera’ i tavolini all’aperto; prima di andare, passiamo dal piccolo locale attiguo, il Perbacco, un simpatico localino, informale e senza fronzoli, dove e’ possibile consumare un pasto veloce, magari accompagnato da un bicchiere di vino…
l’ambiente rustico e qualche suppellettile d’epoca contribuiscono a dare al piccolo spazio, un atmosfera calda e piacevole, all’esterno del locale una bella esposizione di acque minerali( per la soddisfazione del collega Gianfranco che in questo periodo ha il pallino delle acque).
Conclusioni: Una splendida giornata di sole, iniziata di fronte al mare e continuata per tutta la durata del nostro pranzo, con il medesimo odore, con la medesima sensazione…quella di essere avvolti dalle onde di una fortissima passione per la cucina e per il cibo…una forte voglia di far conoscere il proprio prodotto, nel miglior modo possibile, esaltandone la qualita’, ed intervenendo in maniera lieve ma decisa sul risultato finale…i piatti di Franco Cafeo parlano una lingua semplice, di facile comprensione, ma al contempo riescono a creare emozioni intense e complesse;
Complimenti ancora a Franco e Giancarla, che, in un contesto decentrato e difficile come quello in cui operano, hanno saputo creare una realta’ cosi’ importante.
Contenti e soddisfatti, usciamo dal locale…ancora il tempo di un caffe’ ed una sigaretta, ci godiamo l’ultimo panorama Milazzese…e ci incamminiamo verso la macchina pronti per far ritorno a Catania….
la stanchezza si fa sentire, il caldo, il vino ed i chilometri che dobbiamo percorrere sono un macigno su di noi, ma il pensiero dello scampo….vivo, che ci “saluta” e ci invita cordialmente a tornare… ci fa passare tutto e ci da la forza per affrontare il nostro ritorno a casa.
Contatti: Ristorante Piccolo Casale – Via R. D’Amico n° 12 – 98057 – Milazzo (Me) – Tel. 090 92 24 479 – www.piccolocasale.it e-mail : info@piccolocasale.it
Caro Andrea ogni volta che parli di Sicilia mi fai venire voglia di abbandonare questo freddo Piemonte!!!
Un’altra bellissima esperienza dei sensi… non vedo l’ora di tornare in Sicilia e per allora avrò raccolto tantissimi indirizzi da provare. Grazie Andrea !!!
Marilì di GustoShop
Più che parlare bene del posto, mi tocca parlare benissimo di chi scrive, un insopettabile blogatore di indubbie qualità.
Mi piacerebbe dire che dovrebbe limitarsi alle sue principali atività, ma in realtà sarebbe uno spreco. Di energie infinite, il riccioluto buongustaio continua a peregrinare per le tavole di mezzo mondo.
Complimenti.