Dopo una bella passeggiata per la rue Saint-Honore’, arriviamo finalmente in rue Balzac, la percorriamo tutta ma solo alla fine ci troviamo di fronte all’ingresso del Mitico Pierre Gagnaire il ristorante che prende il nome dall’omonimo e tristellato – pluridecorato – super-recensito chef!
Ci fermiamo per qualche minuto davanti al locale pensando che, a detta di molti, questo e’ tra i primi tre ristoranti al mondo.
Mi emoziona sempre entrare in questi posti, oggi, tra l’altro siamo in ottima compagnia, infatti, ci hanno raggiunto dalla Svizzera Luigi e Doris.
Luigi, che di professione fa lo chef, (a Freebourg all’Ouberg de la Cigogne, dove siamo stati esattamente un anno fa, 9 aprile 2007) non poteva farsi sfuggire l’occasione, ed appena saputo della mia prenotazione si e’ subito accodato.
Be’, basta con le chiacchiere, entriamo.
All’interno, il locale e’ classico ed elegante, il personale di sala ci accoglie con garbo e ci accompagna al nostro tavolo; un bel tavolo rotondo e spazioso al centro della sala.
L’atmosfera e’ calda e piacevole, moquet a terra, luci soffuse, le sedie sono comodissime, sembra il preludio di una serata perfetta…
Iniziamo con un calice di Champagne…siamo in Francia non lo dimentichiamo, brindisi di inizio cena ed amise bouche…Fantastico, ottimo inizio, ci portano 5 o 6 piattini con diversi stuzzichini che fanno presagire l’ottima mano della cucina.
Al tavolo abbiamo gia’ 3 diversi tipi di pane (tra cui una splendida brioche) che iniziamo a cospargere col burro salato che gia’ da tempo ci attendeva nel suo contenitore coperto da una piccola cloche, assaggiamo le piccole preparazioni…quanta tecnica in cosi poco spazio…c’e’ la “carta di rucola e parmigiano con la marmellata di cipolle, l’anguilla al ristretto di carne e dei cornettini all’acciuga, croccanti e saporitissimi.
Luigi un po’ imbarazzato sceglie il vino (mi ha stupito trovare una carta dei vini cosi’ piccola in un locale del genere, magari al contrario di come fanno da noi in italia qui,’ oltre che scriverli in menu’ li hanno anche i vini) , dopo una piccola consultazione scegliamo il vino…ma…il sommeliere…ci consiglia di prenderne un altro che meglio si abbina a quello che mangeremo….ma chi gli ha chiesto un consiglio…???…
mma…comunque scegliamo il nostro vino e decidiamo di prendere il menu’ degustazione a 255€ a persona, ovviamente il menu’ e’ rigorosamente scritto solo in Francese e nessuno del personale di sala parla l’Italiano (da noi per lavorare in un locale con tre stelle devi conoscere 4 lingue!!), quindi ci affideremo ai nostri amici italo-svizzeri per la traduzione del menu’.
Arriva il primo piatto, la presentazione e’ elegante e suggestiva e lascia presagire un inizio fresco e leggero: Granchio, gelatina di agrumi all’aneto,olio di oliva, albicocca, erbette varie…il piatto passa un po’ inosservato, ma con un percorso cosi’ lungo, magari non e’ il caso di iniziare in maniera troppo decisa.
Arriva il secondo piatto, gia’ ci siamo, pesce S.Pietro, con julienne di seppioline ed “onion rings”…il pesce, delicato e gustoso ed ottimo l’abbinamento con le cipolle, croccanti e saporitissime..
Piatto successivo: qui’ le cose si complicano, piatto composto in tre parti, una sulla destra, le altre due su un contenitore a doppio piano, ovviamente salsina sopra (immancabile).
Costruzione del piatto complessa ed un po cervellotica, con la conseguenza di risultare pesante e complicato da mangiare, anche per i forti odori che sprigiona la piccola zuppa di fave e piselli con lardo affumicato, se poi la abbiniamo alla rana ed al piccolo involto di vegetali con la salsa bernese…lascio il mio piatto per cercare di continuare fino alla fine, non mi era mai successo di stancarmi cosi’ tanto al tavolo, il servizio scorre lento e senza alcuna fluidita’, i camerieri cercano di fare il loro lavoro con la massima attenzione, compatibilmente col ritmo affannoso che c’e’ in sala, fumiamo una sigaretta fuori e rientriamo, il piatto sporco della precedente portata e’ ancora li dove lo avevamo lasciato, cerco dell’acqua ma e’ sul nostro tavolo di servizio….[l’acqua a mio avviso, se non vuoi tenerla sul tavolo, devi per forza garantire un servizio di mescita, o si costringe il cliente morire di sete, oppure, come faccio io …..], assetato afferro la bottiglia di acqua e la verso nel mio bicchiere, ma il cameriere, INCAZZATO, mi strappa la bottiglia di mano per versarla a tutti gli altri meno che a me…(questo giochetto, e’ capitato 5 o 6 volte nel corso della serata ed e’ stato molto divertente…per lui, per me non tanto)…il vino…come l’acqua, comodo e meno convenzionale di quei soliti antichi locali italiani, dicevo comodo ti prendi la bottiglia e te la versi; anche col tovagliolo il simpatico cameriere, anziche’ cambiarlo quando una persona ai alza dal tavolo, te lo piega con le sue manine e te lo mette al tavolo, anche questo comodo ed eco compatibile (pensate quanti lavaggi in meno).
Arriva l’aragosta e mentre la stavo ammirando nella sua semplicita’ arriva qualcuno a versarle sopra una “Bisk” fortissima dall’odore pungente ed eccessivamente concentrata…ok, niente aragosta la lascio e vado per un’altra sigaretta…
-FINE PRIMO TEMPO –
E il secondo tempo?? Mi hai lasciato con la curiosità! Anche perchè questa opinione è davvero ben fatta, per questo motivo l’ho postato sul sito di viaggi http://www.trivago.it dove spero l’apprezzino come ho fatto io! A presto!
Salve Andrea, sono Davide B. …ci siamo persi di vista, anche perché io avevo perso di vista a mia volta la tua recensione su Pierre Gagnaire, sparita nei meandri del web. Non vorrei pensassi che ti perseguito, ma ho ritrovato la recensione per caso…bhè, che dire, ti aspetto al varco, attendendo (o riattendendo) la seconda parte, per farti avere di conseguenza, sempre che ti interessi ancora, la mia voce su questa comune esperienza culinaria (distante nelle impressioni, come sai io ho passato un gran momento e da allora sono tornato da Pierre altre quattro volte)…la mia mail è sempre la stessa. Scrivimi se vuoi
Davide B.